Relatore per la maggioranza per la X Commissione
Data: 
Mercoledì, 25 Febbraio, 2015
Nome: 
Dario Ginefra

A.C. 2894 

Signor Presidente, Viceministro De Vincenti, sottosegretaria Velo, colleghe e colleghi deputati, per chi parla il compito di relatore del provvedimento sull'ILVA comporta un fardello emotivo non lieve; da parlamentare pugliese, infatti, sono fin troppo consapevole che i temi trattati non sono materia astratta, conosco bene la ferita che ancora oggi brucia nelle carni delle donne e degli uomini di cui ho incontrato gli sguardi e le cui storie personali si sono incrociate con la mia; una ferita che ha inciso il tessuto vivo della città di Taranto, solcando quelle storie e sprofondandole in un falso bivio che, alla fine, si è rivelato un grottesco e drammatico vicolo cieco dove, da una parte, veniva proposto il lavoro e, dall'altra, la salute. In mezzo, una collettività che si vedeva sempre più negata il futuro. A questi interrogativi il decreto-legge all'esame della Camera ha provato a rispondere non rabberciando un compromesso fra le istanze finora assurdamente contrapposte di sviluppo economico e sviluppo ambientale. Piuttosto il provvedimento intende essere l'intelaiatura dentro la quale sarà possibile tenere insieme l'esigenza di continuità produttiva e occupazionale e la tutela della salute del più grande polo siderurgico europeo, ed è questa la consapevolezza che ci ha spinti a sviluppare un lavoro che ha arricchito, soprattutto nel dibattito che si è celebrato al Senato, nella discussione sul decreto ILVA al Senato, che ha individuato poi cinque grandi obiettivi che ora finalmente possono essere realisticamente centrati. Il primo di questi, la continuità produttiva ed occupazionale dell'intero gruppo ILVA a cominciare dallo stabilimento di Taranto e poi degli stabilimenti diffusi in tutto il Paese. Oggi questo obiettivo, reso debole dalla crisi – che è una crisi di liquidità ed è il calo produttivo degli ultimi due anni – torna ad essere possibile grazie ad una consistente iniezione di risorse finanziarie all'azienda garantita dallo sblocco dei fondi Fintecna, 156 milioni di euro, reso più rapido dalle modifiche che abbiamo visto apportate dal Senato al decreto-legge e dalla disponibilità di linee di credito ordinarie per circa 260 milioni di euro concessi dalle banche grazie all'iniziativa dei nuovi commissari straordinari e alle sollecitazioni del Governo. Questo consentirà di riavviare il processo industriale e lo stesso rapporto sia produttivo che finanziario, finora fortemente indebolito, quello tra ILVA e indotto. 
Il secondo punto, il risanamento ambientale dello stabilimento di Taranto, è un obiettivo che oggi viene garantito con maggiori certezze dalla norma inserita nel decreto con cui si esplicita in modo più stringente il procedimento per rendere disponibili in capo all'amministrazione straordinaria le risorse sequestrate ai Riva da parte dalla procura di Milano; si parla di 1 miliardo e 200 milioni di euro a cui potrebbero aggiungersi altri 700 milioni di euro al momento anch'essi bloccati dalla stessa procura. Il decreto viene specificato così da rendere tale percorso più lineare e rapido, superando anche obiezioni di natura giudiziaria che pure si sono manifestate su questo punto mediante l'emissione di obbligazioni a garanzia dell'utilizzo di tali importi e tali risorse. Voglio ricordare che queste sono espressamente vincolate per legge alla piena attuazione delle prescrizioni del piano ambientale e, ove vi fossero risorse residue, queste saranno destinate agli interventi in materia di tutela della salute e della sicurezza e di attività di bonifica. Il decreto altresì conferma la data dell'agosto 2016 quale termine ultimo per l'attuazione dell'AIA. Il terzo punto, gli investimenti per l'ammodernamento e l'innovazione: a questo scopo viene introdotta nel decreto un'ulteriore misura con la quale l'amministrazione straordinaria è autorizzata a stipulare finanziamenti per un ammontare complessivo fino a 400 milioni di euro assistiti dalla garanzia dello Stato pari a 150 milioni. 
Con tali risorse si potranno finalmente avviare i non più rinviabili investimenti impiantistici e di ammodernamento tecnologico, a cominciare dal rifacimento degli altiforni. Questo è essenziale per una solida e duratura ripresa produttiva e per migliorare in modo decisivo l'efficienza delle linee produttive. 
Questi primi tre obiettivi, oltre ad essere fortemente interconnessi tra loro, sono del tutto funzionali alla stessa prospettiva futura di cessione e di fitto dell'ILVA ad una newco, che potrà vedere la luce, a valle dell'iniziativa promossa dal Governo già nel cosiddetto «sblocca Italia», così come rafforzata nel decreto «investment compact», con cui prende vita la società per azioni per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese italiane che, proprio per l'ILVA, troverà con tutta probabilità la sua prima applicazione. 
In tale prospettiva, si prevede nel decreto-legge una norma con cui il commissario straordinario richiederà al potenziale affittuario o acquirente, contestualmente alla presentazione dell'offerta, la presentazione di un piano industriale e finanziario nel quale indicare investimenti, risorse finanziarie e obiettivi strategici. 
Il quarto punto è quello della tutela dell'indotto, un tema assai delicato dal punto di vista sociale: lo sappiamo, anche per le recenti manifestazioni che si sono avute nel tarantino, che hanno in qualche modo incrociato la capitale. Dicevo che si tratta del tema più delicato dal punto di vista sociale e il testo, che già prevedeva una deroga alla disciplina dell'azione revocatoria per gli impegni assunti sotto il regime di commissariamento dell'azienda, con le modifiche che sono state apportate durante la discussione al Senato e con le integrazioni, ha evidentemente arricchito la formulazione di partenza, ovvero innanzitutto la norma che definisce prededucibili i crediti delle piccole e medie imprese che hanno svolto, sotto il regime del commissario straordinario, attività per la prestazione di beni e servizi nell'ambito del risanamento ambientale, della sicurezza e della continuità degli impianti produttivi essenziali, nonché per l'attuazione degli interventi in materia di tutela dell'ambiente e della salute previsti dal piano ambientale. In secondo luogo, abbiamo visto l'inserimento di una norma con cui si rendono disponibili 35 milioni di euro del Fondo centrale di garanzia per la liquidità delle piccole e medie imprese, con cui si potrà attivare una consistente massa di credito, circa 400 milioni di euro, per i fornitori dell'ILVA, garantita all'80 per cento dal Fondo. 
Un ulteriore intervento prevede a favore delle piccole e medie imprese e delle imprese dell'autotrasporto la sospensione dei termini per i versamenti dei tributi erariali fino al 15 settembre 2015, nonché la sospensione delle procedure esecutive e cautelari relative a tali tributi. 
Infine, vi è un'ulteriore previsione con la quale alle piccole e medie imprese fornitrici ILVA si estende la moratoria in materia di mutui e finanziamenti fino al 2017. 
Il quinto e ultimo punto attiene alla città di Taranto, alla parte del decreto-legge, il cui testo iniziale è un risultato già efficace e sul quale si è intervenuti, ancora una volta, durante l'esame in Senato, condividendo pienamente le risorse e la strumentazione individuate per accelerare gli interventi di risanamento ambientale e di riqualificazione urbana della città. L'attivazione del tavolo istituzionale, con la presenza del Governo nazionale e delle istituzioni locali, che presiederà all'attuazione del contratto istituzionale e di sviluppo, credo rappresenti oggi un oggettivo salto di qualità nella progettazione, programmazione e gestione delle importanti risorse già stanziate per la città di Taranto, nonché il potenziamento e la valorizzazione delle infrastrutture, come il porto e l'arsenale militare. Vorrei infine ricordare la clausola di salvaguardia, volta a prevenire e a ridurre gli eventuali effetti occupazionali negativi connessi con il processo di riorganizzazione dei siti produttivi della città di Taranto, mediante la possibilità per il commissario straordinario di definire procedure volte a favorire l'impiego di lavoratori provenienti dai bacini di crisi di quelle aziende dei complessi industriali di Taranto. 

Insomma, con l'approvazione di questo provvedimento, diventa più prossimo l'obiettivo di saldare due questioni di fondo, una che riguarda il passato e l'altra il futuro. C’è da accelerare e portare a compimento infatti, con risorse e tempi definiti, un'ampia attività di bonifica, dopo decenni di inquinamento, che riguarda sia lo stabilimento ILVA, che una parte grande del porto e un pezzo intero di città. 
E su tale attività, come abbiamo ricordato, vi è oggi certezza di risorse e dell'impegno diretto dello Stato, che sosterrà con forza tale azione. Si tratta di un intervento pubblico risarcitorio, dovuto nei confronti della città non solo per il passato di industria pubblica ma, soprattutto, per il gravissimo impatto sociale che la diffusa attività di inquinamento ha prodotto. 
D'altra parte, ci sono da realizzare le condizioni tecnologiche ed impiantistiche perché l'azienda possa continuare a produrre in sicurezza, abbattendo inquinanti e garantendo quella tutela della salute e dell'ambiente che, anche grazie all'iniziativa della magistratura, è risultata ripetutamente violata e che reclama non più rinviabili investimenti tecnologici ed impiantistici, che l'azienda ora potrà finalmente realizzare per potere continuare a produrre in sicurezza. 
Ricordo, a tal proposito, che lo stabilimento di Taranto è a ciclo integrale. Vi avvengono, cioè, tutti i passaggi che dal minerale di ferro portano all'acciaio. La parte centrale sono i cinque altiforni, alti più di 40 metri. Un altoforno ha una vita attiva di 15 anni, funziona continuamente e il suo spegnimento può causare guasti potenzialmente irreparabili in caso di riattivazione, la quale, comunque, richiede dagli 8 ai 15 mesi. Ammodernare tali impianti è assolutamente prioritario e decisivo. 
Sono consapevole che il decreto non spazzerà via d'incanto i drammi finora vissuti da una comunità. Sono pure consapevole che il testo, ad esaminarlo con la lente della critica – e questo, diciamo, ha attraversato l'intera discussione che si è sviluppata nelle Commissioni impegnate nell'esame del provvedimento, l'VIII e la X – possa presentare dei limiti che sono, in fondo, i limiti connaturali dell'attività umana, in generale, e di quella politica, in particolare. E, però, sono fortemente convinto della filosofia che sorregge questo provvedimento e che ne descrive l'intento ultimo e di fondo: recuperare dignità a quelle tante storie individuali che si sono rincorse all'ombra dell'Ilva e ridare loro una dimensione collettiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).